Condominio 1: giardino prima e dopo.

Nel paese dove vivo c’è un grosso fornitore per agricoltori, è molto competente e fornito. Quando non avevo ancora sperimentato il semenzaio ci compravo le piantine per il mio orto.

 

Nella primavera di tre anni fa trovai esposto un bellissimo tavolo da picnic con panche incorporate, identico a quelli che si trovano nei parchi. Lo immaginai perfetto per il giardino condominiale ma il prezzo fugò ogni fantasia.

istruzioni

Finita la stagione ritrovai lo stesso tavolo smontato, malamente abbandonato in un’aiuola, pensai che non dovevo esser stato il solo a trovarlo troppo costoso.

Nel mese di dicembre non solo giaceva ancora in stato di abbandono ma ci aveva anche piovuto sopra. Mi rivolsi al titolare del negozio per rilevare quella “res derelicta” e concordammo una quotazione stracciata di 100 euro. Tornato a casa consultai i due condomini che maggiormente fruiscono del giardino per proporre di ripartire la spesa. La risposta non fu entusiatica ma comunque ricevetti adesione. Pensai però che sul “rottame” avrei dovuto lavorare molte ore per renderlo più robusto e per verniciarlo.  Il costo d’acquisto sarebbe stato la parte minore del sacrificio totale e quindi l’avrei comprato senza soci. Chissà chi mi illuminò in quell’istante…… Tornai al negozio e feci presente che purtroppo in condominio avevo raggranellato solo 60 euro. Il titolare fece spallucce e si liberò comunque di quello che per lui era solo un fastidio. Caricai tutti i pezzi in macchina e li riposi nel fienile. Durante la primavera successiva ho rinforzato la struttura con dei tiranti d’acciaio e dei tubolari di ferro, ho sostituito tutta la bulloneria con altra in acciaio inox ed ho protetto il legno con della vernice impregnante.

Il giardino è in ripida discesa e l’orribile tavolo in plastica che fino a quel momento lo ingombrava, per rimanere in piano, necessitava di due mattoni sotto ai piedi a valle.

mattone

Questi mattoni non solo non bastavano a “raddrizzare la situazione ma chi si sedeva sul lato a monte toccava il tavolo con le ginocchia, chi si sedeva a valle tornava bambino e spuntava quasi solo con la testa.

come era prima

Una sistemazione del genere non era certo all’altezza del rango del mio bel tavolo.

Per creare uno spazio in piano ho interrato a valle delle lastre di cemento e poi ho riempito tutto con terra di riporto in parte comprata ed in parte scavata a monte. Quindi ho concimato e seminato il prato.

Al primo giorno di lavoro di “movimento terra” era ormai giugno e faceva caldo proprio come in questi giorni. Lo facevo quasi solo con le nude mani e sudavo come fossi stato in sauna regolata al massimo per uccidere l’agente 007. Avevo in platea l’intero condominio tra cui gente del mestiere, lavoratori del braccio non come me mingherlino mezzemaniche. Ci fosse stato uno ma dico uno solo che si fosse rimboccato le maniche per aiutarmi. Uno di loro addirittura canticchiava “… il lavoro fa male…..”. I giorni di lavoro successivi furono di ferie prese in orari strategici per evitare il tormento degli spettatori lavativi e non paganti.

Mancava solo un bell’ombrellone e ne individuai uno al centro commerciale “ultimo pezzo” diamentro cm.270 e struttura in legno. Prezzo ribassato da 45 a 31 euro. Tornai a proporre la ripartizione, più per coinvolgere che per recuparare i 20 euro, in fondo tra tavolo, terra, pannelli di cemento, sementi e concime avevo speso molto di più. Per non parlare delle ore di lavoro.

conviene

Ricevetti consenso e chiesi al condomino meno peggiore di consegnare la sua quota nelle mani della peggiore dei due che poi mi avrebbe dovuto rendere entrambe le quote.

Volete sapere coì’è andata a finire? La “signora” ha preso la quota dell’altro e l’ha tenuta per se, non mi ha  m a i  dato nulla.

Tavolo e ombrellone sono ora su un sito di vendite on line, la spianata che ho fatto in giardino purtroppo rimarrà costà……

dopo_intervento_pino

Come ho già raccontato in precedente articolo:

migliorare le cose è relativamente facile, migliorare se stessi è molto più difficile, migliorare il prossimo è quasi impossibile.

26 pensieri su “Condominio 1: giardino prima e dopo.

  1. Migliorare il prossimo secondo me non si può. O meglio si possono dare dei pareri/consigli ma l’altro rimane sempre altro e sta a lui cercare il cambiamento. Bello il tavolo!

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    1. Non sarebbe un vero e proprio condominio, lo racconteró con il prossimo articolo. Quanto alla tua proposta ad una compravendita preferirei una enfiteusi. Leggi wordpress con il caffè come fosse un quotidiano, nevvero Lucia?

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  2. Potrebbe essere un’ idea, ma non è in Toscana. La casetta è in un piccolo borgo a 20 minuti dal’ autostrada di Ceva. La piccola tenuta produce castagne (marroni), mirtilli e frutti vari .Ha bisogno di cure costanti. Ci sono anche i gatti e purtroppo anche i ghiri sul tetto.

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      1. Amatori nel senso di hobbysti? A me la parola piace…. E’ vero che l’azienda realizza o meglio, dovrebbe realizzare l’ottimizzazione delle risorse ma produce anche tensioni. Ad un ristorante stellato continuo a preferire la cucina della nonna con tutto il suo condimento di amore e tradizione.

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    1. Ciao Silvia, sono contento per la tua visita. Oltre a quello che ho scritto c’è dell’altro lo racconterò più avanti. Ti anticipo che, come dice La Dott.ssa Arso https://psichenessunoecentomila.wordpress.com/2016/07/05/sulle-attese-disattese/
      “….non bisogna aspettarsi nulla…..” ma in questo caso è diverso perchè oltre a mancare un feed back positivo ce ne sono addirittura di negativi. Inoltre si tratta di persone per non c’è differenza cui un tavolo di plastica sbilenco ed uno nuovo in legno. La soluzione al problema, per quanto possibile, è concentrarsi su altro.

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  3. Ma che meraviglia joseph… avessimo avuto noi la gioia di averti nel nostro condominio…. la pecca qui però è che il giardino non esiste. .. e la gente critica sempre qualunque iniziativa venga proposta da chiunque. .. non credere… buon pomeriggio carissimo… e non prenderti pena per gli altri ^.^

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  4. Questo post, rivisitandolo e imperniandolo sull’allora nobile tavolo poi caduto in rovina (res derelicta… ! 😉 ), potrebbe diventare una fiaba alla Andersen (autore che amo profondamente e che ben conosceva il valore delle cose e dei gesti).
    Una delle cose che preferisco nei post è l’umorismo e quando descrivi te che fatichi con la platea nerboruta che osserva e per giunta canta, con la successiva decisione di spendere le ferie pur di sottrarti almeno a quella beffa… scusa sai, ma ho proprio riso 😛
    Sulla morale che dire, ha ragione il saggio che dice che è bene fare le cose senza aspettarsi gratitudine ma solo per il gusto, o la sensatezza, o l’appropriatezza del farle. Non è facile ma è uno dei segreti della felicità.

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    1. Buongiorno Ilaria e bentornata da queste parti! Mi fa sempre piacere far ridere le persone care giacchè occasioni per farlo non sempre abbondano. Confesso che lo stile della prosa era rivolto a questo e sono contento di essere riuscito nell’intento. Dal punto di vista soggettivo, potendo permetterselo, l’ironia è il modo migliore per esorcizzare situazioni spiacevoli. Come si dice: “…fattici una risata sopra…!”

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