I gatti di Giotto

Da qualche tempo pubblico sul blog con meno frequenza ed ancor più di rado visito quelli amici. Mi scuso per questo, mi impegnerò per recuperare soprattutto la seconda mancanza.

Dedico tutto il tempo libero a terminare il divano che ormai sembra proprio tale e che dovrebbe essere varato in un paio di settimane. I ritagli di tempo che residuano sono per Instagram dove pubblico foto (credo) belle che vi invito a vedere.

Quanche anno fa, nell’ambito della splendida organizzazione di “Artigianato e Palazzo”, di cui spero di potervi raccontare presto, ho conosciuto Giotto Scaramelli carismatico maestro cestaio. Stante la sua squisita disponibilità, mi sono unito ad uno sparuto gruppo di apprendisti per imparare le tecniche di intreccio. Dei cesti racconterò più avanti, per ora voglio mostrare la splendida casa dove ci ha ospitati e soprattutto i numerosi suoi “coinquilini”.

Si parla di oltre cento tra galli e galline, un papero e gatti, tanti che non sono riuscito a contarli. Figurarsi ricordarsene i nomi. Ovviamente si segnalano punti topolini.

La casa sembra sospesa nel tempo ed invece si trova nelle immediate vicinanze di Firenze, eccola:

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casa di giotto 3

Mici, micioni e micetti sono padroni della situazione:

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Si aggirano per il sito anche altri personaggi, più o meno socievoli e affettuosi:

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33 pensieri su “I gatti di Giotto

  1. che bello!!!! bello bello bello bellissimo!!!! BELLISSIMISSIMOOOO!!!! voglio conoscerlo e fare cesti anch’io!!!!! Maker! e anche tu lì hai occhi da gatto!!! e che belle foto! sono entusiasta di questo tuo post! BRAVISSIMO!!!!!

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    1. <Quei gatti pagano solo il fio della loro libertà, ogni tanto qualche brutto incontro, forse qualche rissa ma tanta felicità, un tetto ed una ciotola sempre piena su cui contare.
      Giotto vorrebbe mostrarsi burbero e severo ma é solo una corazza retaggio della sua vecchia professione. Grazie per il tuo commento ne sono molto contento.

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  2. Il connubio cesti/gatti è molto accattivante, le foto belle come sempre. La casa è una fattoria leopoldina che come tante sue sorelle meriterebbe accurato restauro e valorizzazione, l’architettura rurale italiana è un tesoro che rischia di andare in rovina… sono appena tornata da una passeggiata in Appennino dove ho visto borghi deliziosi restaurati a dovere, una gioia per gli occhi.

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    1. Ciao Lalla, da un po’ non passo a leggerti… recuperó promesso! Giotto ripete i suoi corsi ciclicamente. So xhe necsta per iniziare uno presso l’Istituto de Bardi di Firenze. Altrimenti puoi incontrarlo e metterti d’accordo presso la bellissima e imperdibile mostra che ho linkato. Quando leggerai il prossimo articolo sui cesti sono certo che romperai gli indugi. A presto! Ps, mica sei su instagram?

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