Una divertente coincidenza

Le strade dei siti turistici di Roma sono ancora lastricate con una tecnica antica.

Una roccia vulcanica locale viene squadrata e ridotta in cubetti dalla forma caratteristica e questo tipo di taglio gli conferisce l’appellativo di Sanpietrini. La posa in opera avviene senza uso di leganti ma battendo i cubetti uno ad uno in un substrato di sabbia.

Il materiale è molto longevo e resistente, si adatta a superfici irregolari, può essere rimosso facilmente e drena molto bene l’acqua. Di contro la superficie non è planare ed i mezzi vi transitano sobbalzando rumorosamente. In caso di pioggia poi diventa scivoloso e pericoloso per centauri e ciclisti poco accorti.

In trasferta nella capitale, stamane ho sfidato il maltempo per il consueto giro in centro e l’occhio m’è andato nella vetrina di una noto mobiliere. Un collega maker ha creato una bella lampada facendo la base proprio un sanpietrino.

lampada

Come sempre in questi casi, io che sono sempre alla ricerca di usi alternativi (cosa può diventare prima di cosa è) accuso il colpo per non averci pensato per primo come se il sanpietrino me l’avessero tirato nel capo.

Ma voltandomi dalla parte opposta della vetrina prendo la mia “sweet revenge”…..

mancante

Ovviamente si tratta di una coincidenza però la cosa mi ha divertito moltissimo!

Per inciso: notevole la fortuna del fotografo principiante, infatti non m’ero accorto che il riflesso della vetrina ha proiettato sul paralume l’antistante pavimentazione.

36 pensieri su “Una divertente coincidenza

  1. Ahhh troppo buffo sembra rubato da lì!!! A Bologna ci sono sanpietrini in alcune strade tantè che nel ’77, gli anni della guerriglia urbana, volavano anch’essi nell’aria insieme ai fumogeni. I cubetti mi sembrno anche messi un po’ troppo larghi….ma non vorrei fare la criticona.Il maker ha fatto una cosa interessante. Io una cvolta ho visto anche testata del letto e parete fatta con la roccia che si trovava già sul posto.Era veramente affascinante:

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    1. A Roma questi ciottoloni sembra si chiamino così perchè utilizzati dall’economo della fabbrica di San Pietro per pavimentare il piazzale antistante alla costruenda Basilica. Sono fatti di leucitite. Quelli di Bologna invece sono fatti in porfido. Grazie per il commento e buona domenica.

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    1. Nel suo film “compagni di scuola” Carlo Verdone (Romano de Roma), riprendendo una adagio locale, recita: “ti prendo a serciate”. Si riferisce prorpio a questi cubetti che venivano anche estirpati e scagliati durante alcune manifestazioni politiche particolarmente violente. Grazie per il tuo commento.

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    1. Apprendo velocemente dai followers più assidui! Grazie Anna e buona domenica. Ps finalmente ho preso un corpo reflex su cui montare gli obiettivi della macchina analogica della mia gioventù, chi mi ferma più?

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  2. Effettivamente è comico. Non mi cruccerei per non averci pensato prima tu, al riciclo del sanpietrino… secondo me la lampada è bruttacchia e poi anche la tua fantasia ha dei limiti!

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    1. Ciao Silvia, anche a me non piace troppo, la base è sproporzionata sia rispetto a se stessa che rispetto al paralume. Non mi cruccio, volevo fare il verso a quelle volte in cui si invidia invece che ammirare.

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    1. Per questa affermazione potresti chiamarti Modesta ed ora che ci penso non lo so come ti chiami, colmiamo questa grave lacuna? Sarà la primavera ma in questo periodo sono come fulminato, spero proprio che tu non me l’abbia già detto…..

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      1. Potrei rispondere con “chiamami come vuoi, l’importante è che mi chiami” ma non abbiamo questa confidenza 😜
        Scherzi a parte, l’immagine riflessa non l’avevo notata per davvero..sarò un po’ fulminata anche io 😊

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      2. Perchè m’hai scritto che non te ne saresti accorta da sola. Figurarsi, una persona che scrive certi articoli e che per questo ha una tantissimi like e followers si può benissimo accorgere da se di qualsiasi cosa!

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  3. Be’, diciamo che la condizione non eccelsa in cui versa la pavimentazione romana può favorire certe coincidenze 😉
    Sì, quelli di Bologna sono in porfido tant’è che mi pare si chiamino anche in altro modo (bolognini, forse?) anche se ormai tutti li chiamiamo sampietrini. L’idea è interessante ma come realizzazione probabilmente verrebbe meglio a te, la trovo troppo “pesante” quella struttura.

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  4. Ahahahahahha riesci a strapparmi meravigliosi sorrisi con i tuoi post. In realtà se in futuro ritornero nella capitale.. come souvenir sceglierò bene un sanpietrino da pavimentazione. .. più antico ed economico non si può. .. voglio dire.. nei paesi i sindaci smantellano la strada asfaltano e le “chianche” le trasferiscono come decoro x rifacimenti vari delle loro abitazioni… donc… perché non fare la stessa cosa? Eh eh eh eh eh eh. .. scherzo ovviamente. . Sempre che non crei fastidio… con l’ironia. Buon pomeriggio e fammi mo vedere una nuova realizzazione ^.*

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  5. Conoscendo come va questa città, direi che è molto probabile che il sanpietrino della lampada sia proprio la tessera mancante sulla strada! bellissime le tue foto

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  6. Bellissimo il san pietrino come base della tua lampada. Ma per chi porta i tacchi i san pietrini sono una cosa terribile. Meno male che no nvivo a Roma sennè sarebbe uno strazio, ah ah ah

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  7. Non avevo idea che avessi scritto anche tu un articolo su questa caratteristica pavimentazione, grazie per avermi inviato il link! Ma soprattutto, l’hai acquistata la lampada? 😂 E bellissima 😉

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    1. Grazie a te per averlo letto, spero mi perdonerai ” l’ invasione”…. Da maker la lampada non mi piace troppo, la trovo sbilanciata nei volumi ma anche fisicamente, secondo me il baricentro é alto e rischia di cadere. Ma forse é tutta invidia 😉 Non so se hai visto quelle che ho fatto io. Ho invece ammirazione sconfinata per la ricerca che fa Ingo Maurer, tutt’altra storia….

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