Ospite a Bologna, sono stato invitato a visitare due mostre, una meglio dell’altra, presso MAST. Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia.
Centro polifunzionale e spazio espositivo regalato a Bologna dalla omonima Fondazione MAST dell’imprenditrice illuminata e filantropa Isabella Seragnoli.
La prima Mostra riguarda l’opera del fotografo americano W. Eugene Smith sulle condizioni di lavoro e di vita a Pittsburgh dal 1955; l’altra titola USA68 e racconta della nota rivoluzione culturale con 54 immagini ed un’istallazione. La prima è visitabile fino al 16 settembre, l’altra fino al 30 settembre. Il consiglio è di non perderle assolutamente anche se non siete di Bologna.
Ulteriore e forse più importante motivo della visita è la splendida scultura “REACH” dell’artista Anish Kapoor che fa bella mostra di se all’entrata della sede della Fondazione.
La meraviglia e l’ammirazione dell’osservazione m’ha portato ad approfondire.
In particolare e per deformazione professionale, non riuscivo proprio a capire come l’opera potesse dapprima essere stata disegnata e successivamente realizzata. Quale materiale meraviglioso poteva riflettere la luce in quel modo ed al tempo stesso essere modellato meglio di un violino senza mostrare la minima giuntura o fessura?
Ho appreso che le opere di Kapoor sono sempre altamente ingegnerizzate, sintesi tra scultura e architettura, con una ricerca instancabile a livello concettuale e formale e largo ricorso a materiali industriali, l’acciaio inossidabile in questo caso.
I limiti intrinseci all’osservatore sottoscritto si sono limitati in un primo momento all’aspetto tecnico ma ho apprezzato in seguito riferimenti alle forme della natura, al contrasto evidenziato tra vuoto e pieno, concavo e convesso, ideale e reale, immanente e trascendente. Persino agli archetipi junghiani.
Ho trovato in rete i riferimenti tecnici di un’opera simile dello stesso artista “Cloud Gate” di Chicago: 168 lastre di acciaio inossidabile saldate insieme, la sua lucidissima superficie esteriore non ha saldature visibili; le sue dimensioni sono 10 m × 20 m × 13 m e pesa circa 100 tonnellate.
L’artista oltre che geniale ha gran sense of humour, infatti ha definito la scultura di Bologna: “una perfetta macchina da selfie”, ed io non ho potuto non dargli ragione.
Doverosi ringraziamenti a chi mi introduce a questi argomenti sforzandosi di elevare la mia indole sempliciotta.
Non ringraziare me, ma la ricchezza e bellezza di cui è pieno il mondo, non solo nei musei naturalmente… e soprattutto la tua curiosità che è una dote sempre più rara che va esercitata… gli amici servono anche a questo…
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Wow!!
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Che post interessante , sia per l’opera mostrata che per le tue considerazioni in merito..
Grazie!
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Grazie Anna, mi fa molto piacere!
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bellissimo, caro Maker! una macchina per la luce. Proprio interessante, grazie!
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Viste le condizioni dei vetri delle mie finestre, mi chiedo come ed ogni quanto tempo la lustrano…. Grazie per la visita!
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ah! anche i miei vetri non rilucono per niente…grazie a te!
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Che magnifico tour! Spero di essere dei vostri la prossima volta! Buona giornata carissimo 😊
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Sarai tenuta puntualmente informata! Tieniti libera…. Tra poco nuovo (credo) simpatico articolo.
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Sono pronta! 😊
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